
Member Reviews

La strega delle pietre è un romanzo fantasy storico che ha come sfondo una Firenze storica di tutto rispetto. La protagonista femminile traina la storia che si snoda attraverso la città e che unisce il contesto storico e gli elementi fantasy.
Lo stile è scorrevole e perfetto per approcciarsi a questo tipo di storia anche per chi non è solito leggere il genere fantasy più puro.
Consigliato!

Nel 1348, mentre la peste nera devasta l’Italia, Ginevra, guaritrice dotata di un dono legato alle pietre preziose, viene richiamata a Firenze, la città che anni prima l’aveva esiliata per stregoneria. Ma non cercano le sue cure: le viene chiesto di fermare un ladro di reliquie sacre, ultima speranza di protezione per la città. Se riuscirà, potrà finalmente essere riconosciuta come medica. Ma il prezzo potrebbe essere più alto del previsto.
Nonostante le premesse intriganti (un’ambientazione storica affascinante, elementi di magia legati alle pietre preziose, una protagonista perseguitata come strega) questo romanzo purtroppo non mi ha colpita come speravo. La storia, che avrebbe potuto svilupparsi in modo ricco e coinvolgente, mi è sembrata piuttosto piatta e monotona, sia nella componente magica che nella parte investigativa legata al mistero delle reliquie rubate.
Le tappe della narrazione risultano spesso confuse e poco incisive, e i flashback, anziché arricchire la trama o approfondire i personaggi, finiscono per spezzare il ritmo e disorientare il lettore. Anche lo stile narrativo non mi è sembrato adeguato all’ambientazione medievale: ho trovato il linguaggio troppo moderno, il che a mio parere compromette l’immersione nella storia.
Dal punto di vista emotivo, non sono riuscita a entrare in sintonia con i personaggi: li ho trovati poco approfonditi e difficili da sentire vicini. Ginevra in particolare, non è riuscita a suscitare in me empatia o coinvolgimento.
In conclusione, è un romanzo con buone potenzialità che però, per quanto mi riguarda, non è riuscito a svilupparle appieno. Non lo consiglierei, se non forse a chi ha una particolare passione per il contesto storico e non è troppo esigente sul piano della costruzione narrativa.
Ringrazio NetGalley e la casa editrice per avermi dato la possibilità di leggere questo libro in anteprima in cambio di una recensione onesta.

Ci ho messo mesi a finire questo libro.
Purtroppo mi aspettavo qualcosa di diverso.
Ho trovato la storia molto piatta e mi ha annoiata. Sono un'amante del mistery ma in questo mi è mancata la tensione che solitamente accompagna questo genere di letture.
Non sono riuscita a empatizzare con i protagonisti e non mi sono nemmeno sentita coinvolta negli avvenimenti.
L'idea di base era carina ma, forse per lo stile di scrittura, ho trovato il tutto noioso.
Ho apprezzato poco anche il fatto che ci fossero delle bestemmie. Mi rendo conto che nel parlato dell'epoca potesse essere cosa comune, ma, pur non essendo credente, avrei preferito fossero scritte in modo differente.

mi ha presa piano, senza fare rumore. non è un libro che ti travolge, è uno di quelli che ti scava dentro con delicatezza, come l’acqua che leviga la pietra.
la protagonista, silja, l’ho sentita vicina fin da subito. c’è qualcosa nei suoi silenzi, nei suoi pensieri non detti, che mi ha toccata più di mille parole.
la scrittura è bellissima, poetica ma mai forzata. sembra di camminare in un paesaggio nordico pieno di vento, memoria e radici.
è un libro che va letto con calma, senza fretta. non per chi cerca azione, ma per chi vuole sentire.
mi ha lasciato una malinconia dolce, e la voglia di tornare a guardare le pietre con occhi diversi.

"The Stone Witch Of Florence" di Anna Rasche si presenta con una trama dalle premesse davvero intriganti, che promette un viaggio ricco di mistero nella Firenze rinascimentale.
Ho apprezzato la protagonista, nella sua imperfezione ed ironia, così come l'ambientazione che, per quanto l'avrei voluta veder emergere con più forza, aggiunge fascino al contesto narrativo. Il romanzo però non è riuscito a coinvolgermi tanto quanto mi aspettavo: avrei sperato in un sistema magico più approfondito, in una componente di mistero più solida e in uno stile molto più evocativo rispetto al contesto in cui è inserito.
Nel complesso, comunque, per quanto sperassi in una lettura molto più potente e immersiva, l'ho trovato un debutto interessante e un romanzo piacevole, ideale per chi cerca una lettura leggera con un'ambientazione affascinante.
3.5🌟

Abandoned just before reaching the middle of the book. failed to engage me or make me curious about the events that happen.
Abbandonato poco prima di arrivare a metà libro. non è riuscito a coinvolgermi o a darmi curiosità verso le vicende che accadono.

Un'estate torrida e malata.
La Firenze del Trecento devastata dalla peste.
L'Inquisizione. La superstizione.
Una giovane cresciuta con un potere speciale, legato alle pietre. Ginevra ha un sogno.
"Voglio unirmi all'arte fiorentina dei Medici, dei Farmacisti e degli Speziali".
La città che le ha dato la vita, tuttavia, la allontanerà.
Ingiustamente.
Perché ciò che è diverso, spaventa.
E a distanza di anni, chi l'ha allontanata la cerca.
Non solo per il male che dilaga, ma anche per un misterioso ladro che trafuga tutte le sacre reliquie che proteggono la popolazione.
"Affideresti a una donna, a un'eretica condannata, un compito di tale importanza?"
"La strega delle pietre" è un fantasy storico intriso di magia e mistero.
Un'accurata ricostruzione, personaggi perfettamente caratterizzati, una trama originale che coinvolge il lettore pagina dopo pagina.
Grazie per questa grande opportunità di lettura.

Ho trovato la scrittura chiara e lineare. I personaggi sono coerenti, i colpi di scena mi hanno sorpresa in maniera positiva, forse solo il finale era un po' scontato.
È stata una lettura piacevole, ma non ha lasciato un segno profondo in me.

Una storia al femminile che ci riporta nel medioevo della caccia alle streghe.
Ginevra, nata in una povera famiglia fiorentina, sin da piccina va a prestare servizio da Monna Vermilia che prepara rimedi medici utilizzando erbe e gemme. Sará proprio Monna Vermilia a scoprire l'innato potere di curare con le gemme che Ginevra deve imparare a nascondere. Il desiderio di dimostrare il suo potere di guaritrice per essere ammessa agli studi medici porterà Ginevra ad esporsi attenendo solo l'esilio da Firenze con l'accusa di stregoneria: un pretesto per allontanarla dal suo amore impossibile. Questa ricostruzione romanzata della caccia alle streghe da un punto di vista storico si intreccia con l' uso delle gemme a scopi curativi tipico del medioevo.
La narrazione, sviluppata con la tecnica del feedback, si tinge di giallo quando Ginevra viene richiamata nella Firenze decimata dalla peste per indagare sulla misteriosa sparizione dei resti dei santi dalle chiese. La ricerca del colpevole potrà garantire a Ginevra di riabilitare il proprio nome, ma l'indagine riserva vari colpi di scena.
La ricerca storica da parte dell'autrice, esperta di gemmologia, ci restituisce una protagonista di spessore con un carattere forte che rivendica il ruolo della donna in una società dominata dagli uomini.
Personalmente ho avvertito più le note del giallo che quelle del fantasy in questa storia che ha il valore di restituirci una protagonista femminile esemplare.

Ho iniziato questo libro e sono stata catapultata indietro nel tempo, in una Firenze del 1300 colpita dalla pestilenza. In questo mondo, ho trovato una storia avvincente, innovativa e veramente coinvolgente. La narrazione in terza persona non mi ha impedito di familiarizzare con Ginevra, Michele, Lucia, Giancarlo e tutti i personaggi che rendono questa storia così viva e reale. L’unico tratto che, secondo me, rende il libro un pochino lento è la scrittura, che ho trovato un po’ troppo fredda e distaccata dalla storia.
L'atmosfera pregna di magia ma anche molto realistica e la descrizione minuziosa della magia delle pietre rivelano un lavoro incredibile da parte dell'autrice. Il mistero presente nel libro mi ha tenuto con il fiato sospeso fino alla fine e ho anche adorato la presenza dell'occulto e del macabro.
Veramente consigliatissimo!

Il libro "The stone witch of Florence" (La strega delle pietre") è un romanzo a carattere storico ambientato a Firenze a metà del Trecento. L'autrice, Anna Rasche, è una gemmologa e la conoscenza delle pietre, fondamentale nella sua professione, è presente all'interno della narrazione. Infatti, la protagonista, Ginevra, è capace di generare incantesimi attraverso il loro uso. Questo è l'unico elemento "fantasy" del romanzo, che, per il resto, si inserisce all'interno di un'epoca e di un luogo ben definiti e racconta di un evento realmente accaduto, ovvero l'epidemia di peste che colpì la città di Firenze nel 1348 e che fu materia letteraria anche per il celebre "Decameron" di Boccaccio. Tuttavia, sebbene all'interno del romanzo troviamo aneddoti e informazioni riguardanti l'epoca medievale, lo stile di scrittura risulta fin troppo contemporaneo, ma questo aspetto risponderà probabilmente all'intenzione di rendere la lettura accessibile al giovane pubblico a cui il libro si rivolge. Per quanto riguarda il susseguirsi dei fatti narrati, la storia è abbastanza avvincente, se non altro grazie alla sua affascinante ambientazione - numerosi sono i riferimenti ai luoghi di Firenze e alle sue chiese, nonché alle botteghe e ad altri luoghi rappresentativi della città - ma la forza del romanzo è forse la vicenda personale della protagonista e della sua ricerca di rivendicare i suoi talenti in una società in cui il ruolo delle donne è ancora subalterno a quello degli uomini. Pur non eguagliando le pietre miliari del genere del romanzo storico, primo fra tutti "Il nome della rosa" di Umberto Eco, possiamo affermare si tratti di una lettura piacevole, che gli appassionati o i curiosi di storia medievale troveranno interessante, e grazie alla quale scoprire interessanti curiosità legate al mondo delle pietre, il tutto intrecciato ad una storia di autodeterminazione femminile.

Niente in natura manca del suo uso magico e Ginevra di Gasparo, in grado di sentire e vedere i fili dorati che tengono insieme uomini, donne, natura e destini, lo sa bene e lo sperimenta con naturalezza particolarmente attraverso l’uso delle gemme: l’eliodoro emette luce, ma solo per coloro che lo tengono in mano, lo smeraldo inciso con le parole sacre agli arabi garantisce riposo agli occhi ma regala anche la facoltà di vedere ogni cosa sotto una nuova prospettiva, l’ossidiana nera è ottima contro le febbri, e il corallo rosso – ovvero piante marine pietrificate dal sangue di Medusa – tengono lontano l’Occhio da ciò che vorrebbe maledire, ma “…se è vero che gli occhi sono lo specchio dell’anima, è anche vero che non è solo il malocchio a poterli utilizzare come portali ma anche l’amore” il problema, però, è che a volte è difficile distinguere le due situazioni perché anche l’amore può avere conseguenze simili a una maledizione.
Lo sa bene Ginevra che viene convocata a Firenze, città dalla quale era stata esiliata dieci anni prima con l’accusa di stregoneria. L’invito sembra arrivare dal ragazzo di nobile famiglia di cui era innamorata e che all’epoca l’aveva solo illusa per poi (forse) abbandonarla al suo destino. Siamo nel periodo della peste nera e Ginevra pensa che questa volta le sue arti di guaritrice verranno non solo caldeggiate, ma anche riconosciute: magia e arte medica, infatti, sconfinano l’una nell’altra così come i rituali religiosi assomigliano spesso a una serie di superstizioni ammantate di paramenti ecclesiastici.
In ogni caso, che si tratti di guarire, oppure ottenere grazie e protezione pregando reliquie o invocando santi, è sempre una questione di potere: chi somministra le cure e chi amministra le funzioni esercita un potere da cui le donne sono immancabilmente tagliate fuori, a meno che la situazione non sia così disperata da far sì che ci si risolva di ricorrere perfino a loro, come accade a suor Agnesa che amministra un convento nella cui ala segreta – ma ben conosciuta da tutti – vengono assistite privatamente le partorienti che diversamente darebbero scandalo con la loro gravidanza.
Con queste premesse, quello che si presenta inizialmente come una storia di magia e rivalsa, sorprende nel momento in cui capiamo di ritrovarci di fronte a un romanzo investigativo, un appassionante whodunnit in cui è l’autrice, Anna Rasche, a tirare i fili dorati che avvicinano, uniscono e separano i personaggi.
Il lavoro di ricerca e deduzione di Ginevra – che si ritrova a muoversi in una Firenze ridotta a un lussuoso sepolcro in cui le poche anime ancora vive si dividono tra avvoltoi e reclusi in lutto – è l’occasione per esplorare i temi dell’amicizia e della resilienza delle donne, là dove la resilienza non è semplice sopravvivenza alle avversità, ma la capacità di conservare un cuore generoso e imparare a usare la compassione come un’arte che, come tale, non è alla portata di tutti. In ultima analisi, La Strega delle Pietre è un intrigante mystery che parla soprattutto di seconde occasioni, quelle che ci presenta il destino ma anche quelle che ci procuriamo non chiudendoci nel dolore e nel risentimento.
Review author: Mara Ricci

1348: in un’Italia devastata dalla peste nera Ginevra sta scontando il suo esilio nella città di Genova.
La donna è stata infatti accusata di stregoneria ed eresia per aver usato i suoi poteri legati alle gemme per salvare la città di Firenze da una malattia che si stava diffondendo attraverso l’acqua.
Ma le cose stanno per cambiare radicalmente per Ginevra perché il vescovo di Firenze richiede la sua presenza in città per riuscire a rintracciare le reliquie religiose che sono state trafugate dai luoghi sacri in cui erano conservate.
La giovane userà così i suoi poteri e le sue conoscenze per muoversi in una città malata che la guarda ancora con paura e diffidenza nella speranza di risolvere il mistero e riuscire a farsi reintegrare nella società.
“La strega delle pietre” è il romanzo di esordio di Anna Rasche edito dalla Ne/On, la cui scrittura fluida e scorrevole ci porta in una piacevole storia fatta di religione, credenze e superstizioni ma in cui la componente magica viene lasciata un po’ sullo sfondo.
Recensione estesa a cura di Valentina sul blog sakuraribooks.it, anche su instagram e tiktok

Innanzitutto bisogna dire che dopo questo libro ho la certezza che Neon sia entrata ufficialmente nelle mie case editrici preferite, amo follemente ogni loro libro. Ognuno dei testi che ho letto fino a questo momento mi è parso parlasse direttamente a me, qualcosa che non può che lasciarmi piena di gioia e di soddisfazione, facendomi ricordare un periodo della vita nel quale avevo l'impressione di non riuscire più a trovare libri che facessero per me. Ora invece eccomi qui, piena di testi che urlano il mio nome.
In particolare il volume di Anna Rasche è perfetto per me.
Sono una storica medievista ed eccoci qui un volume storico, scritto da una storica dove posso non lamentarmi dell'ambientazione, dell'oggettistica, del cibo. Di niente.
Sono appassionata delle arti curative medievali, specialmente della medicina che dondolava sul confine dell'eresia ed ecco qui una donna che pratica una medicina legata all'uso delle erbe e delle pietre. Sono appassionata di erbe curative e ho avuto un periodo nel quale ho studiato le proprietà delle pietre nelle varie tradizioni mediche.
Anna è riuscita a mettere in un libro la maggior parte delle cose di cui sono appassionata e diverso materiale su cui ho basato la mia tesi di laurea.
È stato come immergermi nel mio mondo vedendolo tramite lo sguardo di un'altra donna appassionata quanto me delle materie di cui ha trattato.
Ma insomma, oramai sarete stanchi di immergervi nella caos d'entusiasmo che questa lettura mi ha provocato, quindi cercherò di darvi un quadro differente.
Anna Rasche ci trasporta indietro nel tempo, nell'Italia della peste. La narrazione si svolge in maniera molto chiara donandoci numerosi flashback che s'incastonano perfettamente nella narrazione senza crearci alcuna confusione, a prescindere che si leggano o meno le date indicate agli inizi dei capitoli. Non sto dicendo di non leggerle, sono scritte, leggetele, dico che anche senza non sarebbe un problema orientarci nel tempo.
La nostra protagonista è una donna con una mentalità insolita per il suo tempo, una donna che non vuole vivere relegata nell'ombra degli uomini e che rifiuta l'idea di nascondere il proprio potenziale aiutando nel silenzio e dovendo scegliere se, chi e quando poter aiutare. Ginevra di Genova è una donna nata con capacità antiche, capace di sentire i fili dorati che tessono e collegano il mondo. Doni che sono stati notati dalla donna che l'accolse sotto alla sua ala e le insegnò l'antica arte della guarigione conosciuta e tramandata da donne a donne. Quella stessa arte che se esposta allo sguardo ecclesiastico può rovinare o terminare la tua vita. Un insegnamento che la donna cerca di inculcare nella mente di una bambina con un cuore troppo brillante per vivere nell'ombra.
Una ragazzina inviata a Firenze, sola, in compagnia di un sacchetto di cui non conosce il contenuto. Un carico prezioso che diventerà il suo ponte verso il proprio potenziale, il suo futuro, la sua caduta e il suo riscatto. Una ragazzina che nelle pietre vede cose molto diverse dagli altri, senza bisogno che le vengano descritte o insegnate. Una ragazzina che a Firenze dopo il primo shock sente di aver trovato un posto a cui appartenere, un luogo in cui poter usare i propri doni in un'ombra che permette a qualche flebile stilla di luce di penetrare. Fino alla malattia dell'acqua, perché quel cuore luminoso ora appartiene a una donna che nuovamente vede il proprio ruolo starle stretto, che vorrebbe vedere le proprie capacità riconosciute e apprezzate. Non possiamo dire che sia un male, non fosse che nel XIV secolo una donna che tiene fra le mani del potere non è di certo qualcosa che possa essere accettato.
La caduta e il ritorno in patria fino all'arrivo di un ragazzino che le porta una lettera che ha il potere di scalfire il muro di clausura che si è creata, non potendo che convincerla ad abbandonare la vita solitaria che si è creata. Un viaggio che la riporta indietro nelle pieghe della memoria e la riconduce a Firenze. Una Firenze che odora di morte, le cui strade si presentano vuote, decisamente diverse da come le ricordava e che possono nuovamente darle una nuova vita, sempre che la donna riesca a svelare il mistero che avvolge le reliquie dei santi. Reliquie che scompaiono misteriosamente lasciando alle proprie spalle misteriose boccette colorate. Non aspettatevi però una parte mystery ricca di azione, quella arriva solamente alla fine. Non pensate però nemmeno che sia un fantasy totalmente cozy, privo di scene macabre e cadaveri. C'è la peste, la peste non è qualcosa di carino e coccoloso.
In sostanza, se amate la storia, se amate i misteri che circondano le antiche arti mediche e i loro ingredienti, questo è IL libro, parola di Naia.

Ho avuto modo di leggere in anteprima questo libro grazie all'ARC digitale da parte di Ne/oN libri. Mi incuriosiva molto la trama: un fantasy storico ambientato in una Firenze colpita dalla peste con una protagonista, Ginevra, capace di utilizzare delle pietre magiche. L’idea di base mi piace, soprattutto la connessione della natura, quindi delle pietre, con la magia peccato che non gli è stato dato tanto spazio nel libro. Mi è piaciuto lo studio che ha fatto l’autrice nel scrivere il libro come sottolinea nelle note, si sente l’ambientazione storica. Mi aspettavo però che Ginevra fosse più femminista, più “ca*zuta”, che si ribella alle istituzioni che le impediscono di esercitare per l’Arte dei Medici, oltre che una maggiore interazione di solidarietà con Taddea e Lucia. L'alternanza tra passato e presente mi ha tenuto incollata ed ero curiosa, ma se ci penso non è successo nulla cioè gli avvenimenti accadono così quasi per caso, che portano Ginevra alla risoluzione dell’enigma per cui è stata richiamata a Firenze. Ritengo poi che ci sono personaggi come la piccola Zenobra e la madre che compaiono ma non hanno poi tanto impatto nella trama, mi aspettavo il coinvolgimento della madre quando SPOILER Ginevra e Michele sono stati accusati dal vescovo di eresia FINE SPOILER.
Nonostante mi ha intrattenuta, ho trovato il tutto un pó lento e piatto con un finale un po' frettoloso.

Nella Firenze del XIV secolo, in uno dei periodi più bui della storia in cui infuriava la peste nera, una donna si ergeva immune alla malattia aiutando i bisognosi, Ginevra. Una strega.
La strega delle pietre è un fantasy d’ambientazione storica cupo ed intrigante che trae ispirazione dai lapidari medievali, testi che traevano informazioni a loro volta da antichi scritti relativi agli usi e alle proprietà magiche delle pietre, usati dai guaritori nei secoli successivi. Proprio le pietre hanno infatti un ruolo determinante in questa storia, tra coralli che proteggono da malattie e malocchio, ametiste che prevengono le sbornie se tenute sotto la lingua e bufoniti che segnalano la presenza di veleno. Alcune proprietà, come quelle che ho elencato rispecchiano i testi medievali, altre sono state esagerate o inventate dall’autrice, in ogni caso un tempo questi minerali erano davvero ritenuti capaci di compiere piccole magie.
L’atmosfera descritta dall’autrice è molto vivida, negli odori così come nelle immagini i vicoli deserti di una Firenze devastata dalla terribile piaga sembra quasi di toccarli, tra cad4ver1 abbandonati, becchini che intonano macabre canzoni, quartieri deserti e folle che si introducono e beneficiano delle case dei nobili.
Ho amato la figura di Ginevra, una donna spezzata che sceglie di rischiare la vita ancora una volta per aiutare i bisognosi e i malati. La storia mi è risultata molto scorrevole ad un certo punto, fin quando le due linee temporali che ci raccontano la vita di Ginevra fin dall’infanzia e quella che contemporaneamente ci narra del suo presente si incontrano. Non so se è stata una mia percezione oppure effettivamente la storia non mi ha preso più di tanto, mi aspettavo ammetto qualcosa di diverso. La storia indugia un po' troppo nello svolgimento per giungere a mio avviso ad un finale che ho trovato molto affrettato. A parte questo ho amato le atmosfere macabre e pestilenziali del romanzo, ho sentito però che mancasse qualcosa anche se effettivamente non so dire cosa a questa storia.

DNF 22%
La trama era super intrigante, è stata il motivo principale per cui ho deciso di leggere questo libro. Mi ispirava molto sia l’idea di una strega che usa il potere delle pietre, sia l’ambientazione medievale in Italia. Purtroppo, però, lo stile di scrittura non fa per me. È un narratore esterno, che sembra saltare da un personaggio all’altro, che pero non riesce a far entrare in empatia con nessun personaggio in particolare. Per quel poco che ho letto, trovavo la lettura noiosa e non mi importava dei personaggi o di quello che stava succedendo, per questo ho deciso di ineterromperla. Mi dispiace molto, avevo altre aspettative per questo libro, ma credo comunque che ci sia un pubblico giusto. Se vi piacciono i narratori esterni, che non entrano nella psicologia dei personaggi, date a questa storia una possibilità. Se, come me, avete bisogno di entrare in simbiosi con i protagonisti per apprezzare un libro, questo potrebbe non essere quello adatto a voi.

Un fantasy storico ambientato in Italia che mi ha conquistata.
Questo libro autoconclusivo inizia a Genova ma il vero fulcro della storia prende piede a Firenze (e dintorni) a metà del 1300. La storia è quella di Ginevra, una ragazza che ha in sé la magia e che sa come usare le pietre preziose per incanalarla (specialmente per la guarigione). In quanto eretica è stata tempo addietro bandita da Firenze, ma viene richiamata per tentare di ritrovare delle reliquie sacre sparite, con la promessa di revoca del suo esilio e di una spinta per farla annettere all'Ordine dei Medici.
Innanzitutto vi dico che se siete molto cattolici, mi pare giusto avvisarvi ce troverete interpretazioni piuttosto blasfeme e disincantate delle figure e degli oggetti santi... E qualche bestemmia. ⚠️
C'è da dire anche, però, che spesso e volentieri le figure di Chiesa (in passato come, ahimè, ancora nel presente) sono state corrotte e ben poco pure, quindi il ritratto che se ne fa in questo libro è attinente al reale.
I personaggi mi son piaciuti, ma la sola ad accaparrarsi la mia benevolenza da inizio a fine libro è la protagonista Ginevra. Gli altri hanno avuto alti e bassi durante la lettura: a volte Lucia l'avrei picchiata; Michele si è fatto valere solo alla fine; Piero aveva buon potenziale ma è sparito praticamente per tutta la storia; Vermilia è durata troppo poco; Taddea mi è calata moltissimo verso fine libro; Agnesa invece avrebbe dovuto sciogliersi un pochino di più. Menzione d'onore a Becchino, che con le sue canzoni e le battute di humor nero mi ha fatta morire dal ridere, e a Giancarlo, che non vi dico chi è per non fare spoiler ma che mi ha molto commossa e onestamente un po' lo capisco.
Naturalmente, essendo tutto ambientato durante la pestilenza, aspettatevi scene crude e crudeli, morti un po' ovunque, saccheggiamenti di case e cadaveri, sintomi ripugnanti, città che sembrano deserti, egoismo e cinismo nella speranza di sopravvivere, disperazione e perdita. E un tentativo di necromanzia.
La scrittura mi è piaciuta, ed è un punto positivo il fatto che ad ogni capitolo sia specificato giorno, anno e luogo; si capisce immediatamente, così, quali parti sono flashback e quali no. Anche se è usata la terza persona narrativa, ogni volta che si parla di un personaggio l'autrice inserisce parole o toni che fanno entrare nel suo punto di vista, rendendolo molto personale.

Libro delle premesse interessanti, ma dallo sviluppo che non riesce abbastanza a colpire e rimanere impresso. Il libro non è scritto male, con una sottile ironia che alleggerisce le tematiche piuttosto pesanti, l'ambientazione è molto affascinante e anche lo spunto della "magia delle pietre", ispirato a delle vere credenze dell'epoca, ha del potenziale. Il problema è che viene sprecato con una storia piuttosto semplice dalla risoluzione fin troppo affrettata, scontata e banale.
Mi hanno dato davvero tanto fastidio le bestemmie, non per un fattore religioso ma perchè completamente fuori contesto e davvero troppo frequenti e di base inutili: potrebbero essere sostituite con altre imprecazioni meno di cattivo gusto, e ripeto non è una questione di religione ma semplicemente di un linguaggio troppo "forte" che non apprezzo.
In ogni caso non mi sento di bocciare totalmente il volume, è una lettura scorrevole e poco impegnativa, con spunti interessanti e due personaggi protagonisti che, seppure si muovo in una trama deboluccia, sono interessanti: soprattutto ho trovato carino il rapporto di amicizia che si crea tra la strega delle pietre e la nobildonna abbandonata.
Insomma, se non avete grandi aspettative il libro può intrattenere, se pure con i suoi difetti, solo preparatevi ad essere delusi dal finale.

Innanzitutto vorrei fare un ringraziamento a Neon/Libri per avermi concesso la possibilità di farmi leggere questo libro in anteprima
La Strega di Pietra di Firenze aveva tutto il potenziale per essere un racconto avvincente, ma devo dire che mi ha lasciata un po' perplessa. La trama segue Ginevra, una giovane guaritrice, richiamata a Firenze dopo essere stata esiliata per presunta stregoneria. La città è devastata dalla peste, le reliquie delle chiese scompaiono misteriosamente, e Ginevra ha il compito di indagare per ottenere il perdono della sua comunità. Un intreccio che, almeno in teoria, avrebbe potuto esplorare al meglio il contesto medievale e la magia erboristica con un tocco avventuroso.
Iniziando il libro, ero attratta dall'ambientazione e dall'uso delle pietre preziose per “incanalare” il potere curativo. Mi aspettavo un sistema magico ben sviluppato, e una protagonista forte e risoluta, invece mi sono ritrovata in una storia che a tratti procede a rilento, descrivendo interminabili spostamenti di Ginevra tra varie chiese fiorentine che si trasformano quasi in un “itinerario turistico” più che in un'avventura magica.
Anche i personaggi secondari, come Lucia e Fra Michele, non mi hanno colpito particolarmente. Lucia, che avrebbe potuto rappresentare un'amica solida e profonda, spesso è un personaggio stereotipato, divisa tra lo spirito d'iniziativa e un comportamento ingenuo che non sempre si integra con il tono della storia. Fra Michele parte come una figura interessante, ma il suo sviluppo rimane piuttosto prevedibile e poco incisivo.
Lo stile di scrittura è scorrevole e il tono leggero, ma forse un po' troppo: ci sono dei tentativi di ironia che mi sono sembrati fuori luogo rispetto alla gravità dell'epoca e del contesto. Inoltre, ci sono delle espressioni che, pur essendo moderne, sembrano quasi forzate e interrompono la narrazione.
Anche il finale non mi ha conquistata del tutto. Si chiude in modo prevedibile, e devo dire che speravo in un colpo di scena o in un approfondimento maggiore delle abilità di Ginevra, magari con un richiamo più forte alla magia delle pietre e alle sue capacità.
In conclusione, non posso dire che sia un libro brutto, ma non mi ha lasciata pienamente soddisfatta. Lo consigli solo a chi cerca una lettura leggera e veloce con un'ambientazione medievale; se però cercate un fantasy storico profondo e denso di emozioni, probabilmente rimarreste un po' deluse come è successo a me.